e ora sono nel vento...


Una vecchia foto ingiallita è soltanto una foto persa tra le pieghe del tempo, direte.
Ma quella sono io.
Quel giorno, era giugno inoltrato, ricordo. Il fotografo sembrava ispirato. Quando mio padre entrò con me in braccio, ci accolse con un largo sorriso.
“Buongiorno, signore, desidera?”
“E' per lei, oggi, la mia piccola compie gli anni. Sarà il suo regalo. Una foto è per sempre.”
“Ha ragione, amico mio... una foto è per sempre. Eccola qui, la bimba! È una deliziosa e piccola principessa, non possiamo deluderla.”
E non ci deluse.

Questa foto ha seguito per sempre i miei passi.
Per sempre... fino al tragico giorno.
Entrarono sfondando la porta.
“Fuori, sporchi ebrei.” Gridarono, strattonandoci fuori con forza. Daniele, mio marito, tentò di spiegare. Un colpo di luger alla nuca pose fine alla tragica farsa. Piccoli schizzi di cervello e sangue si posarono per sempre sul mio viso e sul cuore. Da quel momento cessò la mia vita, trasformandosi in un orribile incubo.
Del mio tragico sogno ricordo ben poco: gli spintoni, il freddo, la puzza d'urina, la sete perenne. Insieme alle vesti, mi strapparono di dosso anche la mia piccola figlia ormai vuota di vita.
Fino al giorno in cui il fuoco liberò per sempre anche me. In quel freddo mattino, volando via con il fumo, lasciai indietro anche l'ultimo mattone del camino di Auschiwtz.
Respirai libertà.
Alla fine, resta solo una foto; una foto ingiallita e un destino persi tra le pieghe del tempo.

Foto: Gentile concessione Luciano Bassan

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