Outing

E' un po' che rifletto sopra, mi sono sempre definito un apprendista cantastorie, ma pensandoci su, con il tempo, la forza che mi spinge a scrivere si è acquietata e chiarificata. La scrittura è potente. Le parole, con i simboli che rappresentano sono degli strumenti formidabili. La scrittura può dare vita infiniti universi, rende credibile l'impossibile, l'improbabile. E allora ecco, capacità permettendo, ho deciso cosa vorrei essere: non un narratore, bensì, un inventore, uno che invece di usare saldatore, sega o martello, colori o pennello, bit o keywords (in realtà li usavo e li continuerò ad usare) usa parole per inventare e rendere 'reale' l'impossibile (per quanto le mie capacità tecniche e espressive lo permettano, ovvio).

Un biscotto razzista, un pandoro campagnolo, un ragazzo che vola, un vecchio che diventa pietra, il diavolo che ti viene a trovare, un cimitero che vive, Un uomo immortale, Una dogana per defunti. Oltre i libri che ho scritto, sono questi i temi che mi hanno divertito e interessato di più, e, se non c'è interesse, almeno per me, non c'è scrittura che valga la pena di essere scritta.
Ecco: l'ho detto!


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